Guerra in Ucraina, il punto all'alba

Notte di attesa per i colloqui tra Ucraini e Russi oggi in Bielorussia. Con le sanzioni l'Unione europea si dota, per la prima volta, di una politica estera comune. Reazione rabbiosa di Putin che minaccia di usare le testate nucleari

Guerra in Ucraina, il punto all'alba
Rainews.it
Putin e Zelensky
  • È stata una notte di attesa quella che è appena trascorsa nell'Ucraina attaccata, invasa, ma non occupata dai soldati di Mosca. Stamattina iniziano i colloqui tra una delegazione ucraina e una russa nella cittadina di Gomel, in Bielorussia. Le delegazioni dovranno discutere la possibilità di un cessate il fuoco. I delegati ucraini, per motivi di sicurezza, hanno preferito fare il giro largo e passare dalla Polonia. Non sarebbero più di quattro o cinque persone: il viceministro degli esteri, rappresentanti della sfera militare e politica e David Arakhamia, segretario del partito del presidente Volodymyr Zelensky. La delegazione russa è invece composta da Vladimir Medinsky, consigliere del presidente Vladimir Putin, i viceministri della Difesa e degli Esteri, Alexander Fomin e Andrei Rudenko, l'ambasciatore russo in Bielorussia, Boris Gryzlov, e il capo della Commissione Esteri della Duma, Leonid Slutsky. 


  • In attesa di colloqui tra russi e ucraini, più del 65% dei bielorussi ha detto sì, ieri, alle modifiche alla costituzione proposte dal presidente Alexander Lukashenko, al governo dal 1994 con cui potrà rafforzare i suoi poteri. Tra le modifiche proposte ci sono l'immunità a vita per gli ex presidenti e l'introduzione di un limite di due mandati presidenziali per i successori di Lukashenko. Il dittatore potrebbe rimanere al potere fino al 2035 se fosse rieletto nel 2025. Nella versione modificata, scompare l'obbligo per la Bielorussia di rimanere una "zona denuclearizzata". Questo articolo sarebbe sostituito da un altro che esclude ogni "aggressione militare dal territorio" della Bielorussia. Troppo poco per rassicurare Europa e Stati Uniti


  • Ieri sembrava che Kiev fosse già stata circondata dai tank, con i cittadini che non avrebbero più potuto scappare, ma così pare che non sia. Le truppe russe hanno però preso il controllo della città di Berdyansk nella regione di Zaporozhye. Lo ha confermato in conferenza stampa Aleksey Arestovich, consigliere del capo di gabinetto di Volodymyr Zelensky. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, aveva precedentemente riferito che ieri le forze armate russe avevano conquistato Kherson, Berdyansk, Genichesk e l'aeroporto di Chernobaevka. 


  • Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ci informa che la Russia avrebbe subito perdite significative: circa 4.500 persone, circa 150 carri armati, oltre 700 veicoli blindati e anche 26 elicotteri. Tutti numeri da verificare, naturalmente.


  • Non c'è bisogno di verificare invece la minaccia di ricorrere alle armi nucleari da parte di Putin. Lo ha detto davvero, e forse lo intendeva veramente. Lo 'Zar' non ha però chiarito dove intenderebbe usarle: su Kiev, a 200 chilometri dal confine russo? Su una capitale europea o direttamente su Washington?


  • Anche Anonymous si è data da fare e ha rivendicato di aver reso irraggiungibile anche il sito del ministero dell'Energia russo. "Tango down', ovvero 'Obiettivo centrato', si legge in un tweet del collettivo riferito a questo ministero chiave di Mosca. Il collettivo di hacker aveva rivendicato di aver reso irraggiungibili dall'invasione dell'Ucraina circa 300 siti internet di compagnie, banche e media statali russi tra cui quelli dei colossi energetici Gazprom, Lukoil e Rosneft e, apparentemente, quello dell'agenzia stampa Tass.


  • Euronews ha intervistati Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea, tra le altre cose, ha ricordato che i paesi dell'Unione europea, tutti, vogliono che l'Ucraina entri a far parte del club. Per l'Unione europea è un momento storico. Per la prima volta ha espresso una politica estera comune. Lo fa armando un paese 'amico' contro uno 'nemico', dunque si tratta di una politica estera nel senso più tradizionale del concetto. E vale 450 milioni di euro di armi che saranno destinate all'Ucraina nella sua resistenza contro l'invasione russa. Il fondo che arriva dall'European peace facility (lo Strumento europeo per la Pace, appunto) e "non riguarda solo armi e munizioni, ma anche jet da combattimento", ha spiegato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell.


  • La decisione di BP di abbandonare la sua partecipazione nel gigante petrolifero Rosneft è il primo esempio dell'auto-sanzione da parte delle aziende dei loro legami commerciali con la Russia. L'uscita della BP dalla sua quota del 19,75% di Rosneft potrebbe costare alla major petrolifera quotata a Londra fino a 25 miliardi di dollari, un prezzo pesante da pagare "per fare la cosa giusta" in risposta all'invasione russa dell'Ucraina. La rottura di un solido legame durato tre decenni da parte della BP verso la Russia fa pressione anche su altre major petrolifere. Oltre a Bp, anche Shell e Total hanno rilevanti interessi in Russia, ma non hanno ancora comunicato al mercato cosa vogliono fare.


  • Il primo effetto delle sanzioni è il crollo del Rublo, che sui mercati asiatici cede quasi il 30% sul dollaro.